Laghi e Nuraghi

Nuraghe Arrubiu - Orroli

Orroli

Comune di Orroli

Largo Aldo Moro, 1 – Orroli
T. 0782 847006
protocollo@comune.orroli.ca.it
www.comune.orroli.su.it

Il nome in sardo, Arrolli, racconta già qualcosa del luogo: significa rovere, in omaggio ai boschi che un tempo ricoprivano la collina su cui oggi sorge il paese. E ancora oggi, nel parco archeologico-botanico di Su Motti, a pochi passi dal centro abitato, i secolari roveri convivono con la macchia mediterranea e rivestono le colate basaltiche del monte Pitziogu, vulcano spento nel Quaternario. L’essere umano ha abitato questo affascinante paesaggio naturale fin dal Neolitico, come dimostrano le numerose domus de janas scavate nella roccia. La pietra, qui, non è solo materia: è racconto. Is contus, le storie di tradizione popolare di Orroli, parlano per esempio del gigante Impolla, che voleva distruggere il paese con un masso. Fu fermato, secondo la leggenda, dalla Madonna, che lasciò un’impronta visibile ancora oggi sul Corongiu ‘e Impolla. A Orroli potrai ritrovare il senso profondo del tempo e scoprire una Sardegna che non ha mai smesso di raccontare.

Cosa vedere a orroli

Nuraghe Arrubiu

Sull’altopiano di Pran’e Muru, il paesaggio si apre su uno dei più straordinari monumenti dell’antichità sarda: il nuraghe Arrubiu, il “Gigante rosso”, per via dei licheni che ne tingono i massi. È la più imponente struttura megalitica dell’isola e uno tra i più importanti dell’Occidente europeo protostorico. Unico nuraghe pentalobato esplorato scientificamente, si estende per oltre 5.000 metri quadrati con un’imponente torre centrale, un bastione a cinque torri e un antemurale con altre sette torri. 

Un insieme di cortili, corridoi, scale e vani racconta una comunità organizzata, operosa e vitale. Gli studi hanno confermato il consumo di insetti a scopo alimentare – il primo caso documentato in Europa – e di carne cotta nel vino, con una ricetta simile alla petza imbinada che ancora oggi si prepara nelle zone interne della Sardegna. Il ritrovamento di ceramiche del Peloponneso testimonia gli scambi con la civiltà micenea. Nel II secolo a.C., furono i Romani a riutilizzare il sito, costruendo laboratori enologici di grande interesse scientifico.

I murales

Il centro abitato ha origini nuragiche e venne riedificato dopo la peste del 1348 da coloni provenienti da terre lontane. Nel centro storico, di età medievale, passeggiando fra i vicoli incontrerai case campidanesi a corte costruite con blocchi di basalto, pietra locale per eccellenza.  I murales che colorano le vie del paese raccontano ciò che rende speciale la comunità orrolese: l’eccezionale longevità, la devozione e il dialogo fra generazioni, che qui ha ancora un grande valore.

Il pane e sa suppa cotta

La lavorazione del grano, a Orroli, regala sapori autentici da gesti sapienti: il pane artigianale, preparato con semola di grano duro Senatore Cappelli e lievito madre, segue una lavorazione tradizionale. E poi ci sono i ravioli e sa suppa cotta, delizioso piatto della tradizione a base di fette di pane raffermo, formaggio, brodo e zafferano, simbolo di una cucina che resta fedele alla terra da cui nasce.